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Giovanni Martinelli

Giovanni Martinelli


Giovanni Martinelli, tenore drammatico, nacque a Montagnana, nella frazione di Borgo San Zeno, il 22 ottobre 1885. Il padre Antonio, di professione falegname, trasmise la passione per la musica al figlio.

Mosse i primi passi in ambito musicale come strumentista, suonando il clarinetto prima nella banda cittadina, e poi nella banda militare durante il servizio di leva. In seguito iniziò un percorso di studio del canto a Milano, sotto l’ala del Maestro Giuseppe Mandolini. Il suo esordio in scena avvenne proprio nella grande città lombarda, il 3 dicembre 1910, con lo "Stabat Mater” di Giacomo Rossini. È questo l’avvio di una lunga carriera folgorante, costellata di successi.

Quando Giacomo Puccini ebbe occasione di ascoltarlo, decise di ingaggiarlo per la prima assoluta europea della sua opera "Fanciulla del West", allestita nel 1911 al Teatro Costanzi di Roma. La svolta internazionale avvenne l’anno successivo al Covent Garden di Londra, dove si esibì nella “Tosca” di Puccini e venne incensato dalla critica quale "a second Caruso".

Nei due anni seguenti gravità tra il milanese Teatro alla Scala e l’estero ‒ Londra, Parigi ‒, includendo nel proprio repertorio celebri opere come “Il trovatore” e “Aida” di Giuseppe Verdi, “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo e “Madama Butterfly” ancora di Puccini.

Dopo aver conquistato con la sua bravura l’Europa, il 20 novembre 1913, debuttò con la “Bohème” di Puccini al prestigioso Metropolitan Opera House di New York, dove lavorò ininterrottamente ‒ a parte qualche rara apparizione europea e sudamericana ‒ fino alla stagione 1942-43 (prese anche parte alla stagione 1944-45): negli anni interpretò circa 50 ruoli, in numerose rappresentazioni di enorme successo.

Alla Vigilia di Natale del 1920 il grande tenore Enrico Caruso abdicò simbolicamente al trono del Metropolitan; tra i suoi eredi ideali vi fu proprio Martinelli.

L’esperienza statunitense lo vide esibirsi in numerosissime opere scritte dai compositori più importanti: Verdi, Puccini, Leoncavallo, Wagner e tantissimi altri.

Tra le tappe fondamentali della sua carriera possiamo certamente annoverare l’esibizione in “Turandot” di Puccini e in “Otello” di Verdi, nel 1937, al Covent Garden di Londra, in occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione di re Giorgio VI d’Inghilterra.

Il congedo dai palchi avvenne nel 1950, a Philadelphia, con il “Sansone e Dalila” di Camille Saint-Saëns, tuttavia, nel gennaio 1967, all’età di quasi 82 anni, tornò a calcare le scene a Seattle, in “Turandot”, nel ruolo dell’imperatore Altoum.

In questi ultimi anni fu persuaso ad incidere canzoni e pezzi d’opera: i brani registrati rappresentano il ricco testamento musicale dell’artista.

Giovanni Martinelli morì a New York il 2 febbraio 1969; oggi le sue spoglie riposano a Roma, al Cimitero Monumentale del Verano.

La sua voce, molto apprezzata da colleghi, critici e pubblico, si caratterizzava per il timbro puro, la notevole estensione, il registro acuto, la duttilità e il fraseggio elegante.


Testi a cura dell'Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica