Accesso ai servizi

Montagnana nell'Antichità

Montagnana deve la sua fama internazionale alla celebre cinta muraria, edificata tra XIII e XIV secolo.

I più antichi insediamenti sul territorio sono però documentati da ritrovamenti archeologici, nelle località Palù e Busi, che risalgono alla fine del IV e inizi del III millennio a.C. (Età tardo neolitica ed eneolitica). Si tratta di manufatti di selce, tra cui punte di freccia ed una grande lama di pugnale a ritocco foliato, ora esposti all’interno della Sezione Archeologica del Museo Civico “A. Giacomelli” a Castel San Zeno.

Le testimonianze più consistenti sono composte da reperti che illustrano le attività domestiche ed artigianali della fine dell’Età del bronzo e degli inizi dell’Età del ferro (XII – VIII sec. a. C.), provenienti dall’attuale area di Borgo San Zeno, all’epoca lambita dall’antico corso dell’Adige.

Dell’epoca romana sono documentate varie ville rustiche e sepolcreti: tra questi il più importante è quello della Gens Vassidia, scoperto nel 1974,ad un chilometro circa,dall’attuale centro storico. Assegnabile al I secolo d.C. si compone di varie stele, tra cui quella grandiosa in biancone decorata a bassorilievo di Postumulena Sabina; tra gli oggetti di corredo della necropoli spiccano per abbondanza i vasellami di vetro. I Romani operarono una bonifica della zona con interventi di arginatura dell’Adige, che nel 589 d.C. – a seguito della “rotta della Cucca” – deviò il proprio corso più a sud.

Il luogo dove sorge la città è un dosso leggermente sopraelevato sulla campagna circostante: da ciò sembra derivare, verosimilmente, il toponimo Motta Æniana, con riferimento alla mansio Anneiano, citata nell’Itinerarium Antonini (III secolo d.C.), quale tappa intermedia del percorso tra Aquileia e Bologna. Per la sua posizione strategica, Montagnana fu inizialmente fortificata contro le invasioni degli Ungari.


Parte storica tratta in parte da “Montagnana Itinerario turistico” di A. Costantini, edizione 2002, Ass.ne Pro Loco Montagnana e da testi del dott. Stefano Baccini.